163

Padova163_cop

 

Anno XXVIII • Fascicolo 163 • Giugno 2013

5
Editoriale

6
Venetkens. Viaggio nella terra dei Veneti antichi. La mostra
Mariolina Gamba, Giovanna Gambacurta, Angela Ruta Serafini, Francesca Veronese

9
Le origini
Vincenzo Tiné

11
Le pianure, i fiumi, gli insediamenti
Veronica Groppo, Camilla Sainati

14
I traffici commerciali: le importazioni
Maria Cristina Vallicelli

17
L’arte delle situle: un movimento figurativo del primo millennio a.C.
Angela Ruta Serafini

20
Le scrittura e la lingua
Anna Marinetti

24
I santuari di pianura
Margherita Tirelli

27
Tra rito e società: le sepolture nelle necropoli di pianura
Luca Millo, Diego Voltolini

30
Ekvo: il cavallo
Giovanna Gambacurta

33
Il mondo della pedemontana: abitati, necropoli, santuari
Mariolina Gamba

37
Alla fine del viaggio nella terra dei Veneti antichi
Francesca Veronese

41
Nota sull’allestimento
Giulia Caracò

43
Cultura, creatività e tecnologia insieme per un progetto
Claudio Capovilla

 


Editoriale

Dimensione identitaria e politiche della cultura sono per me da tempo motivo di studio e riflessione critica. All’interno di queste coordinate concettuali,
una grande mostra sui Veneti antichi non poteva che assumere un’assoluta centralità. Molto lontana è ormai la mostra Padova preromana, realizzata
nel 1976 dal Comune e dalla Soprintendenza, che per la prima volta focalizzava il tema di una cultura venetica, oggi di gran lunga meglio conosciuta.
Da allora sono infatti cambiati i metodi della ricerca, si sono moltiplicati i dati acquisiti. Alla luce di tutto questo, la grande epopea dei Venetkens, una
grande storia che abbraccia l’intero I millennio a.C., poteva finalmente essere oggi raccontata al grande pubblico. Dalla mostra emerge come questo nostro territorio fosse da sempre connnotato come un grande crocevia di scambi culturali e commerciali, come fosse un punto di snodo tra nord e sud, tra oriente e occidente, un luogo di interazione tra mercanti, popoli e culture diverse.
Di tutto questo, dunque, la mostra narra, presentando – in un allestimento che si inserisce in modo straordinariamente armonico nel grande Salone della
città – oggetti, ricostruzioni, filmati multimediali, e sollecitando l’aspetto emotivo della visita con suggestioni sonore.
Come ogni grande avventura culturale, anche questa mostra non sarebbe stata possibile senza la passione e la professionalità di decine e decine di collaboratori: lo staff del Comune, gli operatori della Soprintendenza, il pool di professionisti del Gruppo Icat. E non sarebbe stata possibile senza il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e del suo Presidente Antonio Finotti – che, tra i primi, ha inteso il grande valore culturale di questa iniziativa – e di Marta Dalla Vecchia, Assessore al Turismo, che ha procurato insieme alla Camera di Commercio di Padova risorse importanti per la promozione dell’evento.
Per Padova, poi, ideare e ospitare questa grande mostra riveste un significato particolare: la nostra città, come attestano ritrovamenti archeologici ad
Altino del VI e V secolo a.C., era l’antica Patava dei Venetkens e, già allora, si veniva delineando una nostra specifica identità. Ben lo dimostra la dedica
votiva di un patavnos/patavinos che, in un santuario altinate, ha lasciato un ex-voto identificandosi come proveniente dalla nostra città. Andare a scandagliare in profondità l’universo mondo di Veneti antichi ha poi significato affrontare il grande nodo del mito fondativo della città: il mito antenoreo, con tutte le sue implicazioni simboliche e politiche cui diede forma Tito Livio, altro illustre patavino teorico dell’alleanza tra Padova e Roma.
Andrea Colasio

 


Padova-e-il-suo-territorio_163 (pdf)