162

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Anno XXVIII • Fascicolo 162 • Aprile 2013

5
Editoriale

6
Genesi dell’idea decorativa di Cesare Laurenti per lo Storione
Paolo Franceschetti

11
Fogazzaro e Padova: le “figure vere”
Luciano Morbiato

18
Gino Peresutti, un progetto per la Previdenza a Padova
Cristina Marcon

23
Un antico ritratto del canonico Pietro Bembo
Claudio Bellinati

25
Due briciole bembesche
Franco Benucci

30
La Tabula Bembina nella collezione di Pietro Bembo
Alessandra Chiantoni

33
Un’inedita testimonianza di Andriolo De Sanctis
Andrea Calore

36
De Nittis
Silvia Gullì

40
Babetto: in principio era la geometria
Paolo Pavan

42
Tornerà a Padova la “pietra” di Santa Giustina
Giovanni Zannini

43
Rubriche


Editoriale

Del portale dell’Albergo-Ristorante Storione sopravvive oggi – quando e se sopravvive – non più che un vago ricordo. Meno vago quello dell’edificio dell’albergo, improvvidamente demolito all’inizio degli anni ’60, per rimpiazzarlo con la nuova sede della Banca Antoniana: una scelta per il finanziario, a danno del culturale e turistico.
Non è che uno dei numerosi esempi in cui Padova si è fatta male da se stessa; vi si potrebbero aggiungere, fra i molti, l’abbattimento della palazzina razionalista di via Giotto e quello della villa che sorgeva in angolo corso del Popolo – via Tommaseo, rimpiazzata da una cupa sala multivalente di nessun valore.
La sala da pranzo centrale dello Storione era adornata nel soffitto da un fregio di Cesare Laurenti, rappresentante dieci figure femminili danzanti, opera considerata il capolavoro dello stile liberty nel Nord-Est veneto, e andata distrutta salvo alcuni frammenti ora esposti in un’apposita mostra.
In questo come in altri casi (primo fra tutti quello del crocifisso di Donatello della chiesa dei Servi), Padova si è dimostrata immemore o inconsapevole della sua grandezza passata, marcata da nomi come Giotto, Donatello, Bembo e Galileo. Pure, la vera ricchezza del nostro Paese è data proprio da questo patrimonio culturale; neppure le fiamme appiccate dalla Camorra alla Città della Scienza di Napoli-Bagnoli potranno scalfirla. Non praevalebunt!
Ma torniamo allo Storione. Nel maggio 1904 Cesare Laurenti (Mesola 1854 – Venezia 1936), artista ferrarese, ma veneziano d’adozione, ricevette l’incarico di ornare la sala da pranzo, affinché divenisse un luogo di prestigio adatto a ricevere ospiti di riguardo. La decorazione prevedeva, sotto un florido pergolato di melagrane, dieci figure femminili danzanti che reggevano sinuosi festoni e nastri trattenuti alle estremità dalla danzatrice collocata al centro della parete di fondo del ristorante.
La mostra, ora realizzata dai Musei Civici – Museo d’Arte con il sostegno di Banca Antonveneta – Gruppo Montepaschi e di Fondazione Antonveneta, vuole essere un omaggio all’impresa di Laurenti allo Storione, considerata a ragione il capolavoro dello stile liberty in terra veneta e andata irrimediabilmente perduta.
Viene esposta una selezione di trenta frammenti donati nel 1966 al Museo dall’allora Banca Antoniana e facenti parte del soffitto, insieme a disegni e fotografie, pervenuti per volontà di Anna Laurenti, nipote del pittore.
Oddone Longo

 


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