Rivista bimestrale • Anno XXV • Fascicolo 144 • aprile 2010
5
Editoriale
6
Strategie e sinergie per il nuovo Piano Regolatore Generale di Padova
Luigi Mariani
13
Carlo Leoni, solo gloria municipale?
Gianluigi Peretti
16
L’ospedale civile di Piove di Sacco
Paolo Tieto
19
Invito allo studio del Cristo di Arzerello
Luca Piva
22
Natale Sanavio fra Padova e il Polesine
Antonello Nave
28
Giorgione torna a Castelfranco
Maria Beatrice Autizi
33
Lo sguardo di uno scrittore catalano sulla Padova dei primi anni Cinquanta
Giacomo Moro
37
Gli affreschi sulla storia di Abano a Villa Bugia
Mario Mancusi e Daniele Ronzoni
39
Antonia Zecchinato: materia forma colore
Raffaella Terribile
41
Osservatorio
42
Rubriche
Editoriale
Il buon governo di una città e dei suoi distretti non può prescindere da quel complesso di provvedimenti che regolano l’utilizzo del territorio sulla base dei bisogni della popolazione in ordine non solo a problemi abitativi, ma a quel complesso di attività e di servizi che servono a garantire un efficiente e dignitoso livello di vita associata. È quanto, da sempre, si vanno prefiggendo coloro che sono chiamati ad amministrare una comunità civile. Ci piace
citare per Padova due esempi storici assai diversi, ma entrambi emblematici: da un lato le raccomandazioni del Petrarca a Francesco il Vecchio da Carrara perché il Signore provveda al risanamento delle strade di Padova, rese impraticabili e maleodoranti, e alla bonifica di territori acquitrinosi del circondario; dall’altro l’intervento del magistrato veneziano Andrea Memmo per trasformare un terreno malsano e in abbandono nel cuore stesso della città in uno spazio d’arte, di storia e di vita sociale.
In età moderna l’accresciuta attenzione per lo sviluppo degli agglomerati urbani si è tradotta in precise norme legislative, la cui applicazione è inevitabilmente soggetta ad adattamenti e modifiche legate agli stessi fattori di crescita. Il Piano Regolatore Generale (P.R.G.) di Padova, predisposto da Luigi Piccinato, conobbe tra il 1957 e il 1974 ben cinque elaborazioni successive, con deroghe talvolta gravemente lesive del patrimonio ambientale, come ha documentato Elio Franzin nel volume dedicato all’illustre urbanista. Ancor più complesso e, ahimè, inconcludente si è dimostrato l’iter del Piano Urbanistico Regolatore Generale Intercomunale (P.U.R.G.I.), che doveva indirizzare lo sviluppo del comprensorio includente i Comuni contermini, il cui percorso, iniziato nel 1952, non approdò a nessun risultato, come ha denunciato Oddone Longo ricostruendone la tormentata storia ventennale in una Memoria dell’Accademia Galileiana apparsa nel 2004. Oggi siamo di fronte ad un fatto nuovo. La legge urbanistica della Regione Veneto del 23 aprile 2004 (“Norme per il governo del territorio”) obbliga tutti i Comuni a rivedere il proprio piano regolatore generale predisponendo in sua sostituzione due piani: uno di tipo “strategico” (denominato Piano di Assetto del Territorio, P.A.T.), di durata almeno decennale, ed uno di tipo operativo (Piano degli Interventi, P.I.), di durata limitata a quella di una Amministrazione comunale. Tra le
più significative novità è prevista la possibilità di redigere anche un piano strategico intercomunale (P.A.T.I.), completo o limitato ad alcune tematiche di interesse sovracomunale.
La Provincia ed il Comune di Padova, cogliendo tale opportunità, si sono fatti promotori di un P.A.T.I. per una comunità metropolitana, su otto temi, che coinvolge complessivamente 18 comuni, su un territorio di oltre 390 km2, con 420.000 abitanti, e demandando poi il completamento
della pianificazione strategica ai P.A.T. dei singoli comuni. È il primo tentativo di una pianificazione intercomunale, dopo anni di insuccessi, come è stato più sopra segnalato.
Questa rivista, che ha sempre valutato con interesse la pianificazione urbanistica del territorio, è lieta di accogliere un contributo di chi, come Assessore all’Urbanistica del Comune capoluogo nel precedente quinquennio, ha seguito la formazione del P.A.T.I. metropolitano e del P.A.T. cittadino fino alla loro adozione da parte del Consiglio comunale di Padova. La procedura per l’approvazione definitiva di entrambi i piani dovrebbe concludersi nei prossimi mesi, permettendo poi ai singoli Comuni di predisporre il Piano degli Interventi.
Crediamo quindi che questa sua illustrazione, anche se forzatamente sintetica, delle strategie di sviluppo dell’area, con cui si apre questo fascicolo, possa risultare di particolare interesse per i lettori e permetta un primo orientamento in vista di un dibattito che certamente si svilupperà
in occasione della prossima formazione del Piano degli Interventi per la nostra città.
Giorgio Ronconi