Anno XXVI • Fascicolo 152 • agosto 2011
5
Editoriale
6
Nuovo “corso” al Teatro Verdi
Giorgio Pullini
12
Federico Cervelli a palazzo Conti
Vincenzo Mancini
17
La casa di Galileo Galilei a Padova
Ettore Gasparetto
21
Lo scultore padovano Francesco Rizzi
Gianni Degan
25
Il gruppo “Enne”, un’avanguardia padovana
Paolo Pavan
30
Il restauro della facciata della Basilica di Sant’Antonio
Beatrice Autizi
33
Enrico Schiavinato, un artista padovano del ’900
Chiara Zanellato
36
Osservatorio
37
Rubriche
Editoriale
È stata riaperta in questi giorni, in un angolo fra i più suggestivi dei Colli Euganei, e dopo quattro anni di restauri, la cinquecentesca Villa dei Vescovi di Luvigliano (Torreglia). Il merito dell’operazione va ascritto in primo luogo al FAI (Fondo Ambiente Italiano), e ad altri Enti e mecenati fra cui primeggiano Fondazione Cariparo ed Antonveneta. Ma, al di là del recupero di un monumento di singolare pregio, cui concorsero in vari modi Alvise Cornaro, Giovan Maria Falconetto e Vincenzo Scamozzi, l’evento cade con tutta la sua forza nel pieno di una grave crisi del Parco Regionale dei Colli Euganei, entro i cui confini sorge la villa di Luvigliano, crisi che potrebbe metterne in forse la stessa sopravvivenza.
L’occasione più grave di questa crisi è stata, a Monselice, quella del progetto di costruzione di un nuovo impianto Italcementi in sostituzione di quello obsoleto tuttora in funzione. Fra le varie astuzie proposte, non ultima quella di arretrare i confini del Parco, così che il nuovo impianto cementiero restasse libero di svilupparsi in altezza e larghezza oltre ogni limite di decenza.
Siamo debitori al Tar per aver bloccato l’iter del progetto, che aveva ottenuto fra l’altro l’approvazione dello stesso Consiglio del Parco (!) e della Soprintendenza ai Beni culturali e paesaggistici (!). E ancora alla magistratura inquirente, ed alle benemerite associazioni ambientaliste, si deve il blocco di altre due minacce: la perforazione della Rocca federiciana di Monselice per installarvi un ascensore per turisti, e la deturpazione, per
erigervi un quartiere di villette, dell’area del Sassonegro prospiciente la casa del Petrarca ad Arquà.
Ora, e Salvatore Settis ne ha dato recentemente limpida dimostrazione, beni “culturali” e “paesaggistici” formano, in un territorio gravido di storia come quello euganeo, un’unità inscindibile, da conservare e tutelare entro i limiti del possibile nello stato presente, senza con ciò sottrarlo alla sua naturale evoluzione. “Parco naturale”, e insieme “terra da vivere”, come dettavano le norme del Piano ambientale tracciato per i Colli Euganei dai suoi redattori, gli architetti Roberto Gambino e Paolo Castelnovi del Politecnico torinese. E come ora propone ed espone la stupenda rinascita della Villa di Luvigliano.
Oddone Longo
Padova-e-il-suo-territorio_152 (pdf)